COVID-19 e complicanze cardiovascolari
Il virus SARS-CoV-2, agente patogeno del COVID-19,
si è rapidamente espanso nella popolazione mondiale raggiungendo livelli pandemici sin da Marzo 2020.
A seguito di numerosi studi, si è notata una relazione tra la prognosi di tale patologia e la presenza
di patologie cardiovascolari preesistenti.
Tre sono le principali spiegazioni di tale associazione:
- condizioni patologiche cardiache preesistenti indeboliscono l’abilità dell’organismo a sopravvivere allo stress della malattia
- condizioni metaboliche patologiche preesistenti (es. diabete mellito tipo 2, obesità), strettamente correlate alle patologie cardiovascolari, inducono un’alterazione della risposta infiammatoria sistemica e di conseguenza un aumento di probabilità di danno cardiovascolare
- danno diretto del virus sull’apparato cardiovascolare
Il recettore che permette l’ingresso cellulare del virus è ACE2 (enzima 2 convertitore dell’angiotensina), diffuso non solo nel tratto respiratorio ma anche in altri apparati tra cui quello cardiovascolare.
Il coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare può avvenire secondariamente all’interessamento polmonare, specialmente nei pazienti con precedente patologia cardiovascolare, o primariamente considerando il ruolo centrale che ha il recettore ACE2 in tale sistema.
Il meccanismo fisiopatologico del danno miocardico non è stato ancora definito.
Tra i meccanismi possibili vi è il danno da tempesta di citochine, l’ipossia che porta alla morte delle cellule cardiache, il danno microvascolare o il danno miocardico diretto da parte del virus.
La maggior espressione di ACE2 nel sistema cardiovascolare è a carico dei periciti, le cellule che circondano i capillari sanguigni, ed a carico delle cellule endoteliali, le cellule che rivestono la superficie interna di un vaso.
L’interessamento di tali componenti dell’apparato cardiovascolare portano ad una disfunzione microvascolare con conseguenti edema tissutale e stato pro-coagulante.
Le principali manifestazioni cardiovascolari acute sono:
- miocardite o danno miocardico
- sindromi coronariche acute
- disordini aritmici
- scompenso cardiaco fino a quadri di shock cardiogeno
- eventi trombo-embolici
- malattia di Kawasaki
Lo screening del danno cardiovascolare tra i pazienti con pregressa malattia da coronavirus
assume un ruolo rilevante nell’identificazione di un gruppo meritevole di adeguato follow-up.
Ad esempio, nel gruppo degli atleti, sia agonisti che non, identificare le complicanze cardiovascolari di tale patologia è necessario per la ripresa dell’attività sportiva, in linea con protocolli della Federazione Medico Sportiva Italiana.
ProKardia è molto sensibile all’emergenza sanitaria determinata dal COVID-19 e offre un’assistenza finalizzata ad assicurare:
- un percorso diagnostico volto all'individuazione delle complicanze del COVID-19 sull'apparato cardiovascolare
- una corretta stratificazione del rischio
- un percorso terapeutico e preventivo personalizzato
Fonte: Nature Reviews Cardiology volume 17, 543–558(2020)